Il nome deriva dal greco antico Polychoron. Nasce a poca distanza dalle rovine dell'antica città di Eraclea, importante centro della Magna Grecia del VI secolo a.C., dove nel 280 a.C. i Romani combatterono Pirro. Faceva parte della regione della Siritide, in prossimità di Siris. Dal Medioevo si sviluppò il primo nucleo dell'attuale centro urbano, nei pressi del Castello Baronale.
Museo archeologico nazionale della Siritide
Conserva i reperti rinvenuti ad Heraclea secondo un percorso cronologico dal neolitico all'età romana. La prima sezione è dedicata alle testimonianze neolitiche, tra cui ceramiche dipinte a fasce rosse risalenti al VI-III millennio a.C. La seconda invece si incentra sull'età del bronzo, a cui appartengono il corredo funerario di una tomba del 2000 a.C. rinvenuta a Tursi e le ceramiche micenee del 1200 a.C. Altri reperti provengono dagli scavi intorno all'antica colonia di Siris (Magna Grecia) con testimonianze del tempio arcaico e della necropoli consistenti in statuette votive, decorazioni, bassorilievi ed elmi. La terza sezione è tutta dedicata alla città di Heraclea: statuette votive, laminette bronzee e anche monete risalenti alla Magna Grecia e Roma antica, matrici per il vasellame, crateri, coppe, vasi e una matrice a rullo per decorare i vasi dei cortili delle case. Nella quarta sezione sono presenti i reperti delle necropoli realizzate ai tempi della Magna Grecia, tra cui spicca la Tomba di Policoro con numerosi grandi vasi a figure rosse di tema mitologico. La quinta e ultima sezione è dedicata alle popolazioni enotrie e lucane stanziate lungo i corsi dei fiumi Agri e Sinni. I reperti provengono dai corredi delle necropoli di Anglona, Chiaromonte, Tursi, Armento e Aliano, con un corredo funebre di un principessa dell'epoca e circa mille tombe risalenti a circa VII-VI a.c.
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