Tursi

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Alcune fonti storiche sostengono che la fondazione dell’abitato sia avvenuta per mano dei saraceni nel X secolo ma ritrovamenti archeologici sul territorio comunale dimostrano l’esistenza di un insediamento primitivo fin dal IX-VIII secolo a.C, che subì l’influenza dei Greci che avevano colonizzato l'area. In età più recente Tursi è anche stata sede del vescovo di culto greco-bizantino.

L’origine etimologica si ricollega, secondo l'Alessio, al nome di persona latino tursius, mentre il Raccioppi ritiene più attendibile una derivazione dal sostantivo latino turcicus, cioè 'turco’.
A partire dal Medioevo, il feudo è appartenuto a diverse casate: i Sanseverino, i Doria e gli Sforza Visconti, i Colonna di Palliano e, in ultimo, i Colonna-Doria, principi d’Avella.

La Rabatana

Fu il primo nucleo abitativo di Tursi, intorno al castello goto e circondato da burroni inaccessibili.
I Saraceni, che la occuparono intorno alla seconda metà dell'800, hanno lasciato tracce della loro presenza nell'architettura e nel dialetto.
Grazie alle poesie di Albino Pirro (1916-1995), la Rabatana, diventa una meta turistica, nota per le stradine ed i ruderi del nucleo primordiale.
Di particolare interesse storico ed artistico sono la gradinata, fatta costruire da Carlo Doria, la Chiesa di Santa Maria Maggiore, risalente al X-XI secolo con la facciata quattrocentesca e l'interno barocco ed il castello d'arte gota.

Per approfondire: http://www.comune.tursi.mt.it/infocitta/storia_tradizioni/rabatana.htm